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lunedì 17 ottobre 2011
mercoledì 27 luglio 2011
Amy Winehouse, a quando la prima leggenda?
Non c'è niente di peggio che una morte poco chiara per scatenare i maniaci delle leggende metropolitane. Quella di Amy Winehoyse risponde in pieno alle caratteristiche: l'autopsia che non risolve l'enigma (overdose o suicidio), la cremazione rapida e la sepoltura insieme alle ceneri della nonna. Chi vuole pensare male, ha materiale per sbizzarrirsi: c'era qualcosa da nascondere? Chi ha allarmato i soccorsi? Amy Winehouse, a quando la prima leggenda?
lunedì 18 luglio 2011
Il Codice McCartney (parte 2)
La tesi - "Troppe cose non coincidono, molte più di quelle richieste da un qualunque tribunale per decretare senza ombra di dubbio sull'effettiva identità di un individuo". Così gli autori, secondo i quali PID non è la solita leggenda metropolitana, ma una storia complessa ed affascinante. La tesi: ci sono due o più McCartney: uno che suona, l'altro che si presenta agli incontri pubblici, e si presta nelle situazioni compromettenti. Come un esame di paternità. In fondo, secondo Andriola e Gigante, nessuno è morto, i fans non sono stati ingannati, e le "operazioni segrete" si limitano a qualche intervento di chirurgia estetica.
Il parere dell’esperto – Per capirne di più abbiamo chiesto un parere al massimo esperto italiano sull’argomento. Glauco Cartocci, lei con "Il caso del doppio Beatle" ha ampiamente trattato la leggenda su Paul McCartney: come giudica la tesi di questo libro? “Non posso giudicare questo libro perché ancora non l'ho letto, in quanto con gli autori siamo d'accordo di "scambiarcelo" (io darò a loro l'ultima edizione del mio...). Vi ricordo però a onor del vero che loro seppero di PID da me, leggendo la prima edizione del mio "Doppio Beatle" nel 2005, e insieme collaborammo al documentario su Atlantide-La7. Una cosa che mi permetto di criticare (ma non avrò remore a dirglielo faccia a faccia) è il sottotitolo "Tutta la verità sulla morte di McCartney". E quale sarebbe, di grazia, questa verità? Io ho di recente formulato ben 10 ipotesi, o possibili alternative (alcune più valide, altre meno), e la rosa delle congetture, anche così, è ben lungi dall'essere esaurita. Andriola e Gigante non credo possano onestamente affermare di "sapere per certo" come è andata. Per cui, il sottotitolo è senza dubbio una "trovatina" commerciale, ma sinceramente lo trovo fuori luogo, così come trovo di cattivo gusto la copertina col "teschio". Se siamo seri indagatori di questo giallo, dobbiamo dire apertamente che è ancora lontano dall'essere risolto”.
Free as a bird e l’incidente – Altro punto importante del lavoro della coppia è l’analisi di Free as a bird. La canzone del 1995 contiene 17 secondi nei quali si ricostruisce il celebre incidente della leggenda, nei suoi tratti caratteristici: un coupé a due posti incidentato, un camion, Polizia, i pompieri, una folla di curiosi e un John Lennon del 1967. Ovvero ciò che è stato raccontato in A Day in the Life, la canzone che chiude Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. E anche in She's Leaving Home. Secondo la versione ufficiale, raccontata da John Lennon, fu raccontato l'incidente di Tara Browne e Suki Poitier, amici dei Beatles e protagonisti della Swinging London, vittime di uno schianto fatale nel dicembre 1966. McCartney in quei mesi ebbe veramente un incidente: con il motorino, nel quale si tagliò un labbro e scheggiò un dente. Glauco Cartocci fu il primo a rilevare alcune evidenti contraddizioni cronologiche, essendo l’incidente in questione sicuramente anteriore alla primavera ’66. Era solo o c'era l'amico Tara Browne, che morirà qualche mese più avanti? Forse ci fu un incidente d'auto, dicono gli autori, che lasciò McCartney fuori combattimento per qualche tempo, e costrinse i Beatles a ricorrere ad un sosia, che forse era già operativo in quel momento. Oppure a restare coinvolto nel sinistro fu un altro. Ma chi?
Teoria del sosia - I sosia: da quelli (provati) di dittatori e capi di Stato (Hitler, Stalin, Saddam Hussein) ad altri che "potrebbero" essere venuti in Italia (quello di George W. Bush e Gheddafi), fino a quelli che prendono il posto dell'originale a sua insaputa, come un finto Ringo Starr che imperversò in Florida nel 2004. McCartney ne ha usati? Uno di loro è morto tragicamente, tanto da far credere a molta gente che la vittima fosse il musicista? Chiediamo nuovamente il parere di Cartocci: è dunque possibile che i Beatles abbiano messo in campo un sosia di McCartney in un determinato periodo, e che poi il Beatle abbia mantenuto questa usanza negli anni a seguire? “Il discorso del sosia temporaneo che poi diviene definitivo è uno dei possibili, anzi probabili scenari. Infatti ne parlo da anni, e lo esamino anche in due delle 10 "fiction" che costituiscono la parte finale della 5° Edizione, appena uscita, di "PID-Il Caso del Doppio Beatle". Però capirete bene che è una "soluzione" del mistero che comunque rimanda ad altri interrogativi, uno su tutti: se Paul è vivo, e sostituito, che fine ha fatto, e chi è ora, l'originale McCartney?”
Continua...
sabato 16 luglio 2011
Il codice McCartney: un'altra ipotesi, ma la verità?
Con Il codice McCartney, scritto a quattro mani da Fabio Andriola e Alessandra Gigante, ci siamo illusi per un attimo che la verità fosse a portata di mano. La scienza scomodata nientemeno che per stabilire se Paul McCartney sia morto nel lontano 1966.
Uno scherzo, un’allucinazione collettiva, o accadde veramente qualcosa? Gli autori non escludono la possibilità che tutto sia stato pianificato nei minimi dettagli, e comunque rimangono sorpresi della mole e dell'accuratezza dell'operazione. Che qui non sarà ripercorsa, se non negli elementi legati strettamente alla tesi del libro. Quella di McCartney, all'interno delle leggende metropolitane della musica, costituisce un unicum: mentre per altri (Elvis Presley, Jim Morrison, Michael Jackson) si parla di sopravvivenza e morte simulata, per il Beatle ad essere "finta" è proprio la sua vita. Gli autori, a differenza di altri che hanno analizzato la storia, sembrano credere all'assunto di fondo (ovvero che il McCartney che vediamo non è l'originale), mentre altri studiosi sono partiti da una posizione critica, o perlomeno neutra.
La morte "ufficiale" - 12 ottobre 1969, la morte "ufficiale": la telefonata di Tom Zarski, studente all'Università del Michigan a Russ Gibb, dj di un'emittente radiofonica locale. Fu solo rendere noto ciò che nei circoli universitari si sussurrava da anni: McCartney era morto nel 1966. Con il passaggio della storia in un'emittente nazionale, PID divampò in tutto il mondo. La voce girava già nel 1967, tanto che Linda Eastman, prima di diventare la signora McCartney, ne parlò con un collega.
Le rockstar, sembra, muoiono giovani: uno studio britannico del 2007 su 1064 musicisti dice che la speranza di vita di un artista europeo e' di 35 anni. McCartney nel 1966 ne aveva solo 24, quindi abbassa la media.
Prima reazione di McCartney: una telefonata a Gibb 48 ore dopo la messa in onda dello storico programma radiofonico. Secondo varie fonti a chiamare fu davvero il Beatle, ma l’addetto stampa della band negò la circostanza. Poi ci fu l'intervista di Life del 7 novembre, nella quale Paul etichettò come "un cumulo di sciocchezze" le voci circolate in quelle settimane. In seguito McCartney assunse un tono ricco di humour, più in linea con il personaggio. Alquanto sbadato nel riferire i suoi ricordi, però, secondo Andriola e Gigante, tanto da supporre che ci siano due McCartney, pre e post 1966, con opinioni diverse.
Continua...
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giovedì 14 luglio 2011
Il fratello di Hendrix: "Jimi ucciso, valeva più da morto che da vivo"
Sul Leggo di giovedì 14 luglio troviamo un'intervista a Leon Hendrix.
Il fratello minore di Jimi, in tournée in Italia (suona anche lui la chitarra, ovviamente i pezzi del fratello più qualche brano originale) rilancia l'ipotesi dell'uccisione. "Jimi valeva più da morto. Almeno per chi amministrava il suo impero musicale". Torna dunque alla ribalta l'ipotesi della 'malevolenza' del manager di allora, l'ex bassista degli Animals, Bryan 'Chas' Chandler. Il quale e' morto da 15 anni, e non può più replicare alle accuse.
Chi gestisce il patrimonio, chiede l'intervistatore Fabio Maccheroni? La sorella Janie, risponde Leon, che lancia con questo articolo le due esibizioni che terrà a Roma nei prossimi giorni. Il discorso del valore post mortem vale ancora? Considerati i 25 dischi postumi (contro i 5 della breve vita), forse si'.
Il fratello minore di Jimi, in tournée in Italia (suona anche lui la chitarra, ovviamente i pezzi del fratello più qualche brano originale) rilancia l'ipotesi dell'uccisione. "Jimi valeva più da morto. Almeno per chi amministrava il suo impero musicale". Torna dunque alla ribalta l'ipotesi della 'malevolenza' del manager di allora, l'ex bassista degli Animals, Bryan 'Chas' Chandler. Il quale e' morto da 15 anni, e non può più replicare alle accuse.
Chi gestisce il patrimonio, chiede l'intervistatore Fabio Maccheroni? La sorella Janie, risponde Leon, che lancia con questo articolo le due esibizioni che terrà a Roma nei prossimi giorni. Il discorso del valore post mortem vale ancora? Considerati i 25 dischi postumi (contro i 5 della breve vita), forse si'.
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